Progetto -   aeroporto di Sibari -   SOGGETTI che hanno Aderito
Purtroppo, anche dopo tutte le proposte progettuali e dopo tutte le conclusioni a cui siamo pervenuti, ancora molti amministratori si muovono con una lentezza biblica, e fanno le delibere di sostegno dopo molti anni.

Questo avviene perché gli amministratori comunali spesso subiscono i poteri superiori: Provincia, regione, governo, ecc. e quindi  se non viene imposta dall’alto l’idea di sviluppo, molti sindaci danno poco credito a iniziative come la nostra, e se lo danno, il credito lo danno dopo tantissimo tempo, come si può vedere e come si vede dalle delibere che fanno.

Queste delibere comunque, che, anche se fatte da piccoli amministratori, però parlano chiaro e dimostrano che anche in questa condizione di sudditanza qualcuno sta capendo che senza indicazioni di sviluppo e senza idee progettuali  così non si può andare avanti.

Ma il punto è che gli organi superiori tipo provincia, regione e governo, non possono avere idee in questo senso,  perché non hanno mai affrontato un tema come il nostro (che richiederebbe anni di analisi per comprenderlo), che è quindi  rimasto totalmente nelle mani di chi come noi ci crede nel territorio e lavora per il suo sviluppo con le proprie forze, senza aspettare gli incarichi, come fanno la maggior parte dei professionisti, che non si muovono se prima non ci sono abbondanti parcelle.

Un protocollo d’intesa si fa sulla base di una delibera.

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Tra le infrastrutture di cui il nostro territorio è carente, come ben sapete, spicca anche quella aeroportuale, auspicata e voluta da buona parte della nostra popolazione se non da tutta.

Ricordo che quando parliamo di aeroporto della Sibaritide è sottinteso che parliamo del nuovo scalo di Sibari e dello sviluppo dello scalo di Pisticci e di Scalea in un efficace sistema intermodale territoriale.

Dobbiamo insieme capire che in questa idea di organizzazione urbanistica, territoriale ed infrastrutturale i comuni del territorio avranno tutto lo spazio di intervento che meritano e che vogliono, come proposto nella bozza di protocollo d’intesa che da anni si consiglia e che è qui esposta e aperta ad ogni modifica o proposta che si ritiene utile e opportuna.

Anche sul tipo di collaborazione tra pubblico e privato forse è bene riflettere sulla libertà di azione e di partecipazione dei soggetti interessati a questa iniziativa, perché siamo il parco culturale della Sibaritide e abbiamo un bagaglio e un patrimonio intellettuale splendido, largo e avanzato, che può competere dovunque senza temere alcun confronto.

Oggi forse è necessario un modo più efficace per realizzare bene e velocemente le infrastrutture togliendo di mezzo ogni tipo di mastodontica burocrazia inefficiente.

Per cui una volta deciso l’investimento, forse è utile che l’opera sia gestita dagli amministratori in piena sinergia con i progettisti utilizzando un sistema di imprese facilmente sostituibile o declassabile in caso di inaffidabilità, evitando gare o ribassi inutili. Inoltre gli enti preposti ai controlli, nel fare le loro osservazioni, dovrebbero anche precisamente dimostrare gli errori di progettazione o di esecuzione delle opere, presentando contestualmente le modifiche e le correzioni con la loro firma.

Noi tutti dobbiamo capire altrettanto bene, in primo luogo, la differenza tra pubblico e privato e che gestire la progettazione e la costruzione di un opera o la sua manutenzione, vanno sempre inquadrati in un contesto di appartenenza specifica ad un territorio, che nello stesso tempo a sua volta appartiene a una identità specifica che è appunto lo Stato.

 In questo contesto è assolutamente necessario avere piena consapevolezza di quali sono i diritti e quali sono i doveri, dove praticare liberamente la propria azione e dove concordare con le istituzioni nazionali o regionali una linea di condotta sempre nella visione dell’interesse comune.

Secondo queste linee, il protocollo d’intesa con i sindaci <<a rotazione>> a cui è riservato il compito di portare a compimento le opere, rappresenta una buona base di partenza per istituire un organo e governare la realizzazione dell’infrastruttura aeroportuale e dei centri tecnologici.

Le istituzioni centrali in ogni caso potranno in ogni momento controllare l’operato e intervenire come ritenuto utile o necessario anche per l’interesse nazionale.

E importante però chiarire e ribadire bene la necessità di impostare un sistema gestionale con una buona capacità di indipendenza e di autorità per la realizzazione delle infrastrutture al fine di evitare ritardi o deviazioni sia burocratiche che di interessi diversi da quelli della crescita e dello sviluppo umano.

Altrettanto importante risulta la necessità di proteggere l’intera opera da interferenze di qualsiasi genere.

Inoltre è utile ed importante capire se la costituzione di un protocollo di intesa tra i sindaci del territorio deve essere accompagnata anche dalla società per azioni dei comuni che aderiscono, qualora si ritiene che infrastrutture come quella proposta ricoprono un interesse comune territoriale che va gestita direttamente dalle amministrazioni del territorio.

La realtà territoriale di questi luoghi suggerisce un unità di intenti tra le zone presenti nella parte settentrionale della Calabria e quella meridionale della Basilicata, dove la città di Sibari, la città di Pisticci e la città di Scalea insieme a tutte le altre città e paesi circostanti possono benissimo far parte di un sistema di relazioni e servizi.

Questo sistema intermodale potenzierà l’intera area connettendo efficacemente tutte le infrastrutture tra di loro.

Invito tutti a non rimanere concentrati solo sulle necessità locali, perdendo completamente la visione d'insieme, ma di esprimere anche una richiesta di crescita e di sviluppo su un territorio che aspetta da 160 anni.

Stamati Domenico Basile

Plataci li   estate   2022


Penso sia giunto il momento di  correggere un errore che i capi di governo e le classi dirigenti ancora oggi commettono un pò ovunque, esponendo concetti, troppo spesso a memoria e per sentito dire (a mio modesto avviso), su molti temi sociali, scientifici, economici e produttivi, senza la normale e giusta riflessione e senza comprendere a fondo il significato delle argomentazioni utilizzate.

Voglio ricordare una curiosità del passato, perché ci fa capire come pur cambiando i tempi, se i popoli non crescono intellettualmente e culturalmente, i problemi rimangono gli stessi.

Nel 1802, Charles Bossut, nella sua Storia della matematica, tentò di restituire a Viète la paternità delle prime applicazioni dell'algebra alla geometria. Lui scrive :

“Alcuni autori hanno stampato, altri hanno ripetuto, e noi ripetiamo ogni giorno in conversazione, che Cartesio è l'inventore dell'applicazione dell'Algebra alla Geometria. Questo non è corretto. Diamo a Cartesio più di quanto dovrebbe pretendere, e dimentichiamo troppo i diritti dei suoi predecessori, e in particolare quelli di Viète. "

Ora è bene iniziare a sfatare miti inutili su concetti politici ed economici che distorcono totalmente la realtà delle cose.

Cito ancora ciò che dice Mahbub ul Haq, ispiratore e ideatore dei Rapporti sullo sviluppo umano, che  nel 1971 scriveva:

Ci avevano insegnato ad occuparci solo del prodotto interno lordo perché poi quest’ultimo si sarebbe preso cura della povertà. Ribaltiamo questa opinione, occupiamoci della povertà perché ciò, a sua volta, si prenderà cura del prodotto interno lordo. In altri termini, preoccupiamoci del contenuto del prodotto lordo, ancor più del suo tasso di incremento.

Come ognuno può vedere passano i secoli, passano di decenni ma sembra che gli abitanti di questo pianeta hanno difficoltà enormi a capire ciò che le persone di buon senso ripetono e spiegano di epoca in epoca.

Tutti ancora oggi ripetono con un megafono che le imposte e le tasse sono l’unico modo per dare alle persone da mangiare, servizi e benessere.

Però se analizziamo ciò che dice Giuseppe Mazzini lo scenario che si apre è completamente diverso:

La coscienza dell'umanità è suprema su tutti i governi: essi devono esserne interpreti, o non sono legittimi.

- L'educazione è il pane dell'anima.

- Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla, bisogna richiamarla al principio che la renda legittima.

- Senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi.

- La patria è la casa dell’uomo, non dello schiavo.

Quello che dice Mazzini << senza ombra di dubbio>> è una vera emancipazione,  infatti :

Il re assiro Senràcherib (705-681) per domare ribellioni di popoli sottomessi, sottopose a tributi il regno ebreo di Giuda.

I Romani furono tra i primi ad utilizzare curiose gabelle: basta pensare alla tassa sui municipi erari pagata dagli abitanti dei territori conquistati che non si erano arresi velocemente.

Nel Medio Evo, fino alla rivoluzione francese, con la nascita di nuove classi sociali, quella dei banchieri e quella dei mercanti. I re si facevano prestare soldi da queste classi e, per poterli restituire imponevano tasse ai cittadini. Si inventarono così molte tasse, però ne erano esentati il clero ed i nobili. La caratteristica principale di questo sistema tributario consisteva nell'immunità di alcune classi privilegiate, che produceva un'imposizione eccessivamente gravosa e mal ripartita, a danno della classi medie ed inferiori e soprattutto della popolazione rurale.

Lo zar Pietro il Grande (1689-1725) impose una tassa sulle barbe nata per colpire nell'orgoglio i nobili più anziani che rifiutavano la cultura occidentale.

In Prussia, c'era la tassa sugli stivali mentre in Inghilterra, nel XVI secolo, una sulla polvere di riso. Particolarmente curiosa è la tassa sulle vedove risposate troppo presto, introdotta in Spagna nel XIV secolo per scoraggiare le uccisioni del coniuge. Dalla tassa sul secondo matrimonio erano esenti gli uomini.

In Italia possiamo trovare diversi esempi: nella Venezia del '400 si pagava la tassa sulle parrucche mentre nel ventennio fascista, per spronare a metter su famiglia, fu introdotta la tassa per i celibi.
Più cattiva è sicuramente la tassa sugli ebrei introdotta in più di uno Stato in diversi periodi storici. Ludovico il Bavaro nel XIV secolo impose, infatti, il pagamento di un fiorino ad ogni ebreo che avesse più di 12 anni.

Bisogna dire che alcune di queste tasse procurarono molti danni: nella Polonia nel 1700 quando fu istituita la tassa sui camini, i polacchi reagirono togliendoli e affumicando le case.
Le tasse sulle finestre, condussero al fatto che molte finestre furono murate, le case divennero malsane e, quindi,
vi fu un aumento della tubercolosi nella città. Come curiosità si può dire che forse è da questa tassa che derivò l'usanza di dipingere sulle facciate delle case porte e finestre finte, ed è per questo che le finestre si chiamano anche imposte. In Francia dopo la seconda guerra mondiale il governo mise una esosa tassa sui castelli, che spinse molti proprietari a bruciarli.

Ora, se ancora oggi, e lo vediamo anche nei piccoli comuni si pensa di migliorare la condizione economica cercando di fare economia mettendo una tassa al fabbricato, una tassa al parcheggio, una tassa con l'autovelox ecc. è chiaro che ci troviamo in un modo di fare politica ignorante e per di più totalmente superato dagli eventi e dal buon senso.

Solo la gente priva di cultura ragiona ancora in tale maniera antiquata.

Basta pensare che un individuo, normalmente, spende al mese circa 400 € per l'energia necessaria  in illuminazione, riscaldamento e mobilità, essendo costretti nell'utilizzo di corrente elettrica, gas e carburante auto: energie, queste, oggi totalmente sostituibili e a costo zero, grazie alla scoperta delle nuove fonti energetiche, perché chiunque possa comprendere che stiamo vivendo in una società in cui sono stati costruiti meccanismi appositi per costringere le persone a pagare e a inquinare.

E' ora di spostare consapevolmente il peso e il motivo del rapporto tra il governo e i cittadini, che non è più di natura economico (come ancora avviene, in cui il cittadino è un contribuente da spremere economicamente e schiavizzare) se si vuole rispettare il libero reciproco arbitrio, all’interno del principio di civiltà che è lo Stato e se si vuole vivere nella libertà e non finire nella dittatura.

Bisogna capire che:

L'economia deve sorgere e nascere dalla capacità del territorio, dalla capacità di produrre benessere.

Bisogna rendersi conto che è la virtù dell'uomo che genera la ricchezza e che genera i servizi, non le tasse.

La responsabilità attiene, rappresenta il corretto rapporto tra gli atti e i loro effetti.
Essa è prima di tutto d’ogni singolo individuo, in proporzione al ruolo svolto o alla funzione.
Dobbiamo ricordarci che
la responsabilità è il primo passo verso il progresso della persona umana,
perché essa manifesta il diritto di poter fare e la libertà di azione.

Quando gli uomini abbandonano la via della virtù generano solo la miseria e la morte.

L'economia non può essere ricavata dalle tasse, le quali generano solo miseria.

Chi pensa di fare economia con quattro tasse non è cosciente della sua realtà umana e può fare seri danni anche al prossimo.

Cercare di fare economia con le tasse determina la morte dell' economia stessa.

L'ipocrita debito è la strategia per rendere l'uomo schiavo del suo simile.

L'origine di questa schiavitù sta nelle anomalie religiose e culturali del passato.

Limiti dello stato, chiesa ecc. Sono un soggetto inalienabile proprietario di me stesso e non pago tasse a nessuno per esistere.
Non esiste alcun alloggio dignitoso ed alcuna proprietà privata, se un individuo è obbligato a pagare l'affitto allo Stato (Governo) in Casa sua.

L'origine di questa schiavitù sta nel vecchio testamento e nell'impero Romano.


E' finita l'epoca delle elemosine e delle tasse, siamo entrati nell'era dei DIRITTI E DEI DOVERI.

Ognuno può capire, che ogni richiesta fatta a un individuo, quando supera la soglia di garanzia della sua economia e quindi non permette più di vivere in salute fisica, spirituale ed economica, è letteralmente un azione indegna e definisce il metodo per mettere in posizione di schiavitù le persone.

Qualsiasi azione che mira a gravare su un reddito non attivo è illegale.

Qualsiasi azione, che annulla il beneficio che il reddito attivo produce ad una persona, è illegale, perchè determina la fine di un principio positivo e costituisce un danno per l'individuo, la cui proprietà entra in corruzione e in deperimento per mancanza di capacità e di manutenzione.

Le norme di uno Stato civile non devono pesare sulla serenità e libertà dell'uomo.

il mio nome è Libertà chi pecca contro di me, danneggia se stessa/o; quanti mi odiano amano la morte, sia interiore sia esteriore.

Nessun uomo deve essere posto dalla legge in condizioni di inferiorità rispetto ad ogni altro uomo

Le regole fondamentali di una democrazia, rispetto delle proporzioni tra "res publica" 40%,   "res  privata" 29%   res - neutra  31%, non si deve delegare tutto al solo privato principio fondamentale di una nazione civile non intaccare mai le strutture portanti dello stato: poste e telecomunicazioni, sanità, trasporti pubblici, difesa, pubblica, istruzione, etc. altrimenti il contratto sociale finisce. 

La ricerca in Italia e altrove non si è fermata in questi anni, ma la politica si che è ferma da molti anni, infatti i i predecessori che hanno governato l'Italia troppo spesso hanno girato la testa da altre parti, poiché i politici anche qui da noi non hanno mai creduto nella ricerca e nella cultura.


Bisogna rendersi conto che
LA SCIENZA E' ANDATA AVANTI E L'UOMO E' RIMASTO NELLA PREISTORIA.

Stamati Domenico Basile